Ho passato gli ultimi quattro anni a raccogliere dal web commenti sconcertanti a post e articoli di cronaca che raccontavano di ogni tipo di violenza perpetrata nei confronti delle donne in quanto donne, violenza che spesso sfociava nello stupro e nel femminicidio.
L’idea dominante è quella che vede le donne, vittime, in parte responsabili se non addirittura “causa” dei crimini commessi dai loro carnefici, mentre l’uomo è colui che “è stato provocato”, che “perde la testa”, che ha un “raptus” e uccide per “troppo amore”.
L’espressione “se l’è cercata”, pronunciata apertamente oppure sottintesa, resta tra le più diffuse.