La mia prima esposizione era ancora piuttosto lontana quando mi proposero di fare delle foto a corredo di un libro di poesie. Ero in vacanza e avevo lasciato la mia Pentax k5 a casa. Quindi disponevo unicamente di una compatta, una Panasonic Lumix da 5Mp (oggi si sfornano regolarmente cellulari da 100Mp) che potevo usare anche in manuale, ma che salvava soltanto in jpeg ad una risoluzione di 1920x2560 (72 dpi). Sfruttai il bellissimo obiettivo Leica della compatta e, grazie soprattutto alle modelle (per lo più improvvisate), ne uscirono fuori delle foto interessanti, meravigliosamente imperfette (non sempre volutamente imperfette), con i volti e altre parti fuori fuoco, zone "bruciate", una certa aria anni ’20, una atmosfera come di “sospensione” e un titolo con una doppia negazione che non mi dispiaceva. Il libro alla fine non si è fatto e le foto sono rimaste tutti questi anni in una scheda di memoria ad attendere un piccolo atto di nostalgia. Daniele Deriu, “Né il tempo né il vento”