«Quando Hiro schiacciò il bottone, io stavo sognando Parigi, strade bagnate e buie in inverno. Il dolore mi esplose nel cranio, dietro gli occhi, come un muro blu fluorescente. Balzai fuori dall’amaca urlando. Urlo sempre: ci tengo. Il feedback mi percorse il cervello. L’interruttore del dolore è un circuito ausiliario della radio ossea, collegato direttamente ai centri nervosi: proprio quello che ci vuole per penetrare la nebbia di un surrogato di barbiturici. Mi ci vollero alcuni secondi per rimettere a posto il tutto, iceberg di ricordi che incombevano nella nebbia: chi ero, dov’ero, perché ero là, chi mi stava svegliando.»
(William Gibson, “Hinterland”, incipit)
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“a bird woman”, [illusions perdues] photo-artwork Daniele Deriu, 2012 © All Rights Reserved
Nota: un grazie ad Alessandra Multineddu per il prezioso aiuto. D. D.