“ma smettetela!!! Se una non cerca cazzi non esce la sera combinata così. Se poi ne trova e non sono quelli che voleva è peggio per lei!”
“deve solo ringraziare di non aver fatto la stessa fine di Desirée”
“ha fatto bene il padre a metterla sotto con la macchina. Doveva fare lo stesso con la moglie, così impara a non educare la figlia come una mignotta”
“Non ha gridato, non ha urlato, non ha tirato nemmeno un calcetto. Un uomo mica puoi pretendere di fermarlo soltanto dicendo ‘basta!’”
“Ma stupro de che?! Le sante non salgono in auto se non cercano storie…”
“l’uomo è uomo non può fare a meno di desiderare e le ragazzine sono già bagasce a 12 anni”
“Non è che un padre abusa così della figlia, è chiaro che lei provocava”
“Certo che se ti vesti da zoccola poi non puoi pretendere che l’uomo non ti tratti come meriti”
“Questa a 13 anni è già baldracca”
“dai ma non esiste che abbia stuprato quella cicciona, quel pezzo di maschio potrebbe avere chi vuole!”
“la ragazza neppure piaceva (…) Come la fotografia presente nel fascicolo processuale appare confermare”(…)
«I commenti qui raccolti, sotto vari articoli di cronaca e post che raccontavano di violenze e abusi contro donne, sono soltanto un sintomo superficiale ma evidente di una pervasiva e pericolosa cultura degli stereotipi di genere. Così come restano diffusi gli “atteggiamenti minimizzanti”, i pregiudizi e persino il tentativo di attribuire la colpa alla vittima.
Non solo, in una recente sentenza della Corte d’Appello di Ancona (fortunatamente cassata) dei giudici (tutte donne) hanno assolto due giovani condannati in primo grado per violenza sessuale, adducendo come motivazione che la presunta vittima fosse, in sostanza, troppo “brutta” per poter essere presa in considerazione in qualità di “preda”, come se gli eventuali canoni estetici dello stupratore (o dei giudici) potessero essere determinanti come prova.
I crimini stanno diminuendo, in Italia, ma per qualche ragione il delitto di genere resta costante. Tutti segnali inquietanti di una Società che fatica a progredire e che continua a vedere la donna come subordinata rispetto all’uomo e non meritevole di autodeterminarsi.»
La particolarità dei commenti sessisti qui riportati, è che sono stati espressi da donne.
Le parole uccidono due volte. Le parole uccidono prima.
n.3, “Se l’è cercata”, project © Daniele Deriu – Photo Philosophy