«La mia lettera d’addio iniziava con queste tre parole: “Mi sono arresa”. Anoressia, nevrosi, paranoie, senso perenne d’inadeguatezza. Ero stanca, sfinita. Dopo il taglio, ricordo di essere rimasta a guardare affascinata il mio sangue che scompariva dentro lo scarico del lavello. Il contrasto del rosso sul bianco. La scena di un film stravisto, ma era il mio film. Poi più niente. Il medico disse ai miei che il rischio maggiore lo avevo corso cozzando violentemente la testa proprio contro il bordo del lavello mentre perdevo i sensi. Imbranata. Adesso non lo rifarei. Se una lezione si può ricavare, è questa: mai cedere ai momenti di disperazione… se le dai abbastanza tempo, la vita prevale. Ed io mi sono arresa, alla vita.»
(Isabelle, 26 anni, tentativo di suicidio)
“la resa”, 2012-15 © Daniele Deriu – “Scars of life”, series.
Dedicata a S.
(…)
“Scars of life“: Ho sempre mostrato i “segni di una lotta” nei miei lavori… alcune volte appena percepiti, altre volte assai più evidenti, come in questo caso. Le cicatrici servono a ricordarci che siamo dei sopravvissuti. Sono le memorie delle nostre battaglie, le ustioni dei nostri personali inferni. Alcune delle sopravvissute hanno accettato di mostrarle, di lasciare una testimonianza. “Ecco guardate”, dicono, dall’inferno si può tornare. Lottare non è vano.
Daniele Deriu
Qui le altre della serie: “SCARS OF LIFE”
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