La strega e il gatto

La strega e il gatto

Anche qui si parte da un libro. Nel secolo XIII nel Canon Episcopi furono raccolte varie disposizioni di malefici e magie risalenti al X secolo. Ma fu con la bolla Summis desiderantes di papa Innocenzo VIII del 1484, in pieno Rinascimento, che iniziò la vera caccia alle streghe, quella metodica e senza pietà. Appena due anni dopo venne pubblicato il “Malleus maleficarum”, il testo ufficiale della Chiesa sulla stregoneria.

L’inquisizione fece capolino nel mondo e si impossessò delle paure peggiori dell’animo umano.

A farne le spese furono soprattutto le donne. Tante donne. Vecchie, giovani, vedove, mamme, nubili o sposate… ma anche uomini e persino alcuni bambini.

Spesso si partiva da delle voci. Un sussurro poteva bastare. Voci di una donna che accudiva un gatto, ad esempio. Si era infatti diffusa la bizzarra opinione che i gatti fossero una incarnazione di Satana e che le streghe, delle volte, si originassero proprio dai felini. Per questo, si praticava una incisione a forma di croce sulla pancia dei mici appena nati. Si pensava inoltre che le donne molto anziane di notte prendessero le sembianze di grossi gatti neri per andare a succhiare il sangue dei bambini… o magari del bestiame lasciato incustodito.

Un sussurro, quindi… magari due testimoni anonimi e potevi ritrovarti davanti un inquisitore disposto ad ottenere da te le risposte “giuste”… ed un inquisitore otteneva sempre le risposte giuste. La cosina più banale era il buon vecchio ferro rovente, ma quella era l’epoca della “tortura creativa”. Credetemi, le risposte non tardavano ad arrivare. Si. Sono una strega. Si. Parlo con il demonio. Certo. Ho fatto bere pozioni velenose al mastro ferraio. Perché? Perché sono cattiva. Sono la schiava di Satana… e dopo la confessione ti poteva capitare di finire rinchiusa in un canestro di vimini e poi sospesa sopra il fuoco… o il canonico rogo. Il fuoco purifica ogni cosa. E’ un fatto.

Il mondo andò avanti comunque e verso la fine del secolo XVII e l’inizio del XVIII i processi inquisitori cominciarono a diminuire fino a esaurirsi. Le società europee si resero conto di aver provocato un disastro sociale e fecero “Ops!”. Le condizioni economiche migliorarono e si perse interesse nella superstizione applicata.

Ma non è detto. Personalmente mi piacerebbe stare con una strega. Con qualcuna ci sono andato molto vicino, credo. Oggi ho tenuto d’occhio a lungo la mia gatta nella speranza che si trasformasse in strega… ma non è successo. Non ancora. Io non dispero.

(Daniele Deriu, “La strega e il gatto” (The witch and the cat), Lyon, Sauveterre-de-Guyenne, Francia, 2012)

Back to Top
Close Zoom
Right-click is disabled.