lasciami andare

lasciami andare

«La forma estrema di violenza di genere contro le donne, prodotto della violazione dei suoi diritti umani in ambito pubblico e privato, attraverso varie condotte misogine – maltrattamenti, violenza fisica, psicologica, sessuale, educativa, sul lavoro, economica, patrimoniale, familiare, comunitaria o anche istituzionale – che comportano l’impunità delle condotte poste in essere tanto a livello sociale quanto dallo Stato e che, ponendo la donna in una posizione indifesa e di rischio, possono culminare con l’uccisione o il tentativo di uccisione della donna stessa, o in altre forme di morte violenta di donne e bambine: suicidi, incidenti, morti o sofferenze fisiche e psichiche comunque evitabili, dovute all’insicurezza, al disinteresse delle Istituzioni e alla esclusione dallo sviluppo e dalla democrazia»

(Marcela Lagarde, antropologa)

 

«Per la seconda volta, in questo blog (la prima è stata “He loves me“), ritorno a parlare della questione “feminicidio”. Lo faccio dopo l’uccisione di Fabiana Luzzi, sedici anni, accoltellata più di 20 volte e data alle fiamme ancora viva da Davide, il fidanzatino diciasettenne.

Sull’immagine non c’è niente da dire. E’ molto cruda e mi va benissimo così  (è una foto “falsa” che racconta una verità).

Alcuni “osservatori” sono piuttosto cauti riguardo al “fenomeno feminicidio”, arrivando persino a negarlo.  Fabrizio Tonello, ad esempio, asserisce che è stato fatto del mero sensazionalismo, creando la percezione di una escalation non avallata da dei dati. Per Tonello il numero delle donne uccise in realtà è rimasto “stabile” negli anni.

Stabile.

Va bene, potrei dire qualcosa a proposito dei numeri e delle fonti di Tonello (lui stesso)… ma a ben guardare, non è poi così importante. Anche se ne venisse fuori un andamento statisticamente “stabile” del numero di donne uccise da fidanzati, mariti, ex di vario genere… la questione non mi disgusterebbe di meno.

Se, tanto per dire, constatiamo che il numero di morti ammazzati per mafia è “stabile” o “costante”, questo dovrebbe portarci a ritenere il fenomeno insignificante o addirittura a dire che la mafia non esiste?

O magari dovremmo accontentarci di un numero “stabile” di morti per cause omofobe?

Sciocchezze.

In ogni caso, anche un numero “stabile” sarebbe inaccettabile. Assai banalmente, una Società Civile degna di questo nome si interroga e opera per ridurre sempre le vittime di qualsiasi natura.

La verità è che – a prescindere dai dati – non vogliamo ammettere l’evidenza. Le donne vengono uccise per una questione culturale. I media arrivano a fotografare l’atto finale, come nell’assassinio della povera Fabiana, ma è un omicidio che ha un mandante culturale. Lo stesso mandante, per intenderci, che permetteva in Italia, sino a pochi decenni fa, pene più miti per il “delitto d’onore” poiché si riconosceva che l’offesa all’onore arrecata da una condotta “disonorevole” era una gravissima provocazione e la riparazione dell’onore non causava riprovazione sociale. Questo è il dato significativo che non possiamo ignorare. Una sola donna uccisa, malmenata, torturata, seviziata perché non siamo stati in grado di educare un uomo al rispetto della libertà di scelta… è un nostro fallimento, una nostra responsabilità. Di tutti noi.

Ogni omicidio di questa natura non è un “raptus” ma parte da lontano… e noi dobbiamo ripartire dalla famiglia, dalla scuola, dal lavoro culturale e di formazione di tutti… attivare campagne di sensibilizzazione e persino spettacoli teatrali come sta facendo la brava Serena Dandini in giro per l’Italia. Moltiplicare i centri antiviolenza e soprattutto il loro finanziamento.

L’altro ieri mi sono inchiodato di fronte ad un post su Facebook. Diceva “Prima che tutti gli diano del mostro, BASTAVA NON RIFIUTARLO, e quel mostro non si sarebbe mai svegliato… cmq stima!

 

 

Stimare chi brucia viva la ragazzina che lo rifiuta. Oh, sì… abbiamo un problema culturale in Italia (e nel Mondo) e non mi conforterebbe affatto scoprire che è “stabile”.

Quanto a me, mi ripeto:

Per me, la donna, ancora oggi, è motivo assoluto di incanto e di lucida follia… e la trovo ancora più affascinante e misteriosa nella sua libertà di amare chi vuole.»

 

Daniele Deriu, 28 maggio 2013

 

N.B.  “Lasciami andare” è il titolo di questo scatto di Daniele Deriu… e pare siano state le ultime parole pronunciate da  Camilla, 35 anni, presa a martellate dall’ex compagno a Baricella (Bo). Lui non accettava la fine della relazione.

(Chiunque ha facoltà di utilizzare il contenuto di questo post, immagini comprese, per scopi attinenti al tema in questione)

 

 

 

 

 

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